La psichiatria è una specializzazione medica che ha come oggetto la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie che riguardano la sfera mentale.
Abbraccia una vasta gamma di condizioni, che possono spaziare da disturbi più comuni, come ansia, attacchi di panico, disturbi dell’umore, a psicosi più complesse, che possono interessare anche la sfera neurologica.
Oggi l’approccio con cui la psichiatria affronta le problematiche dei pazienti è interdisciplinare, in quando integra la comprensione e l’analisi di aspetti biologici con quelli psicologici e sociali.
Tuttavia, nel nostro paese si registra una certa scarsità di medici psichiatri nelle strutture mediche: sebbene ci siano importanti differenze da regione a regione, molti pazienti non ricevono una visita psichiatrica tempestiva dopo il ricovero per eventi acuti, e ci sono aree dove il rapporto tra psichiatri e pazienti è particolarmente alto [1].
Su alcune discipline mediche, come la psichiatria, aleggia una certa confusione: non tutti conoscono la differenza tra specializzazioni come la psichiatria, la psicologia, la psicoterapia e la neurologia.
Sebbene siano tutte scienze che si occupano del benessere mentale, utilizzano approcci e metodologie diverse. Sia lo psichiatra sia il neurologo sono medici chirurghi che hanno una specializzazione, l’uno in psichiatria l’altro in neurologia, mentre lo psicologo e lo psicoterapeuta non sono medici e non possono prescrivere farmaci.
Lo psichiatra, anche tramite la prescrizione di farmaci, si occupa di affrontare patologie che interessano la sfera mentale e di ripristinare il corretto funzionamento delle strutture celebrali. Le più comuni sono quelle che interessano i disturbi dell’umore, i disturbi d’ansia, i disturbi ossessivo-compulsivi, i disturbi alimentari, i disturbi della personalità e le psicosi.
Il neurologo si occupa di tutte le attività e le patologie che interessano il sistema nervoso e affronta le conseguenze che tali malattie possono portare a livello cognitivo e funzionale. Tra le malattie neurologiche più conosciute vi sono tutte le malattie neurodegenerative, come il morbo di Parkinson, le patologie cardiovascolari, i tumori che interessano il cervello e altre patologie celebrali, come meningiti, etc.
Tra neurologo, psichiatra, psicologo e psicoterapeuta, a seconda delle problematiche del paziente, può esserci un approccio integrato. Lo psicologo e/o lo psicoterapeuta utilizzano tecniche che aiutano il paziente a ristrutturare i pensieri e i comportamenti in modo efficace.
Lo psichiatra lavora prevalentemente all’interno di strutture ospedaliere, centri di salute mentale e altre istituzioni mediche, anche se non è raro che operi anche tramite studio privato.
Le competenze del medico specializzato in psichiatria possono estendersi in diversi campi come la psichiatria forense, quella infantile e adolescenziale, geriatrica e delle dipendenze. In ogni area, lo psichiatra si occupa della prescrizione di trattamenti farmacologici, interagendo con altri specialisti per supportare il recupero del paziente.
Gli psichiatri si basano su tecniche diagnostiche per identificare accuratamente i disturbi, che possono includere valutazioni cliniche, test psicometrici e, occasionalmente, esami neurologici.
A seconda della diagnosi, il trattamento può variare da terapie farmacologiche a interventi psicoterapeutici, spesso combinati per ottimizzare i risultati. Molto spesso è necessario prevedere una gestione a lungo termine, con follow-up regolari per valutare i progressi e adattare il trattamento alle esigenze evolutive del paziente.
Operare in un settore come quello della psichiatria richiede un bagaglio di competenze tecniche che si deve integrare con caratteristiche umane e personali: non solo è importante curare il paziente, ma anche saperlo accogliere per ottenerne la fiducia.
Oltre alle competenze tecniche, uno psichiatra deve sviluppare un insieme di abilità interpersonali fondamentali per il trattamento efficace dei pazienti. Se i farmaci sono importanti, è necessario possedere un alto grado di empatia e sensibilità per entrare in contatto con il paziente e comprenderne profondamente le difficoltà emotive e psicologiche.
Oggi, inoltre, non possono essere messi in secondo piano l’ascolto attivo e la comunicazione chiara, sia verbale che scritta, in modo tale da instaurare un rapporto di fiducia e per facilitare l’espressione del paziente.
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